Parlare di sfratti in generale non è mai un argomento “facile”. Che si tratti di morosità o di finita locazione, vuol dire comunque “entrare nelle case e nella vita” delle persone.
E quando si entra in casa d’altri, sarebbe sempre meglio farlo in punta di piedi!
Se è vero che riottenere l’immobile libero è un diritto, sacro santo, del proprietario, buttare letteralmente fuori di casa una famiglia non è mai un momento di trionfo per il diritto e per il “sistema”.
Basti pensare a cosa vuol dire eseguire uno sfratto quando, nell’immobile, ci sono persone anziane, malate o bambini.
E’ un diritto, certo, e molte delle persone sfrattate hanno sbagliato.
Molte approfittano di tutte le “pieghe” del sistema. Ma è, in molti casi, anche un trauma.
Oggi più che mai, in questi anni duri e difficili per tutti, anni nei quali molte, troppe famiglie hanno visto “bruciare” ogni speranza di un futuro normale a causa di una crisi molto, troppo pesante, il settore degli sfratti andrebbe affrontato con serenità, consapevolezza e tatto. Perché non sempre chi non esce o non paga lo fa per fare un dispetto al proprietario di casa.
Un tatto che troppe volte manca in molti miei colleghi, in molti giudici e in molti proprietari.
Un tatto che, però, si badi bene, non deve mai essere confuso con la debolezza. Perché lo sfratto, in ultima analisi, è un diritto previsto e garantito dalla legge.
Un diritto troppo spesso disatteso dallo Stato che in molte, troppe occasioni ha sacrificato il diritto di proprietà, riconosciuto e tutelato dalla Costituzione, per sopperire alle troppe mancanze, quando non agli errori ed abusi, del settore dell’assistenza sociale. Per troppi anni si sono date (e, forse, si continuano a dare) case popolari a chi non sempre ne aveva diritto, costringendo il comparto privato a farsi carico dell’emergenza sociale attraverso la calmierazione degli affitti (equo canone) e la sospensione dell’esecuzione degli sfratti.
In questo ambito, da qualche anno siamo diventati un Paese leggermente più civile.
Meglio tardi che mai!
In questo breve lavoro ho voluto spiegare, a chi non è un tecnico, anche alla luce di 27 anni di esperienza sul campo, cos’è il “mondo degli sfratti”, perché le procedure vanno rispettate e perché una riforma di tutto il settore non è detto che darebbe risultati migliori. Se sarò riuscito a far comprendere, ed ancor più accettare, il complesso “mondo” degli sfratti anche ad un solo lettore, sarà per me un grande successo.